
I giudici della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo hanno equiparato la casella email al domicilio e hanno condannato la Romania per violazione dell’articolo 8, perché il rispetto della privacy online equivale alla vita privata offline. La Corte si è pronunciata in seguito al ricorso di un cittadino rumeno che era stato licenziato dalla sua azienda dopo una verifica sul contenuto delle sue mail.
Cosa dice la sentenza
La pronuncia impone alle autorità nazionali di verificare se il datore di lavoro abbia notificato o meno ai propri dipendenti l’avvio dei controlli. In caso negativo, il monitoraggio viene considerato illegittimo.
Il datore di lavoro è inoltre tenuto a specificare che le verifiche servono solo agli scopi dichiarati nella notifica, incluse durata, profondità dei controlli e numero di persone coinvolte nel monitoraggio.
Come comportarsi
I giudici affermano che il controllo è giustificato se serve a evitare che i sistemi di telecomunicazioni siano danneggiati o se vengono condotte attività illegali.
La corte ha inoltre stabilito che le autorità nazionali hanno il dovere di trovare un equilibrio tra interessi divergenti tra loro, ovvero il diritto del lavoratore a vedere tutelata la propria vita privata da un lato e il diritto del datore di lavoro di tutelare la propria attività.